domenica 14 luglio 2013
thanatopsis | ed emshwiller
Tra i pionieri della computer art, Emshwiller si afferma inizialmente come cover-artist di riviste di fantascienza, per poi dedicarsi, dai primi anni '60, ad avveniristici esperimenti di cine-danza multimediale (tra i quali si ricordano almeno Scape Mates e Film with Three Dancers), sperimentazioni coraggiose e in massima parte mal invecchiate nel loro retrofuturismo elettronico (ad esse si affianca, nel 1987, l'invisibile Hunger, curiosa videoperformance composta insieme a Morton Subotnick). Mortifero e autistico come l'endoscopia autoptica di Brakhage, Thanatopsis (lett. “meditazione sulla morte”) è tra i suoi lavori più memorabili. Ispirandosi all'omonimo poema di William Cullen Bryant, Emshwiller astrae e coreografa la psicosi d'un uomo in punto di morte, contrappuntando l'immobilità del morituro con il vorticare informe della belle dame sans merci. Ne risulta una disturbante sinfonia di seghe elettriche, battiti cardiaci e sovrimpressioni ectoplasmatiche, un'angosciante agonia che non può non rimandare, nell'opprimente soundscape e nelle (s)figurazioni baconiane, a certe distorsioni lynchane.
[filmografia online]
Thanatopsis (1962)
George Dumpson's Place (1965)
Carol (1970)
Sunstone 3d (1979)
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