domenica 30 giugno 2013

giovedì 27 giugno 2013

mercoledì 26 giugno 2013

martedì 25 giugno 2013

bites # 52 | sex hygiene (john ford)

                                     

                                        1942

lunedì 24 giugno 2013

domenica 23 giugno 2013

bites #50 | science friction (stan vanderbeek)



                                       1959

mothlight | stan brakhage

Luce di falena: pulsante, volatile, morente. Eccezionalmente, in Mothlight, Brakhage non dipinge la pellicola e non graffia l'emulsione (anche qui, come in Len Lye, la cinepresa è bandita e la tela sovrana). Tenta invece un collage bruto, sacrilego: su due code di pellicola trasparente incolla ali e arti d'insetti, petali di fiori, rametti, fili d'erba e foglie secche, ridonando nuova vita a quei corpicini morti con una stampante ottica. Il baziniano complesso della mummia può farsi letterale – eternati nel loro sarcofago di celluloide, trafitti dalla luce del proiettore, possono danzare a vene scoperte, schiantati l'uno sull'altro, di frame in frame, come reliquie inquiete di una primavera lontana (Dead Spring era il suo titolo di lavorazione). Se il cinema può imbalsamare alla lettera il mondo reale con rivoluzionario candore, per contrappasso la collisione materica sublima in massima astrazione, la lirica tassidermica esplode in frammenti mentali, diviene animazione sincopata, haiku seppiato.



                                          1963

You could say Brakhage puts the “anima” back into animation, reanimating the dead, painstakingly affixing the remains of dead insects, leaves and the like onto the film strip, and feeding it through the projector back to life. Of course, the principle of film projection is the illusion of life through light, with the audience gathering to watch like moths attracted to a lamp: the beauty of Mothlight is the way Brakhage evokes the moth not through cartoon mimicry, but by the fragile sensation of its movement, batting against the screen, hurtling in descent. The effect is exhilarating and terrifying. Mothlight is a one-take aria, a breath of life that ends with its subject’s death.

venerdì 21 giugno 2013

giovedì 20 giugno 2013

mercoledì 19 giugno 2013

martedì 18 giugno 2013

lunedì 17 giugno 2013

domenica 16 giugno 2013

venerdì 14 giugno 2013

bites # 42 | neighbours (malcolm mclaren)


                                             
                                       1952

mercoledì 12 giugno 2013

martedì 11 giugno 2013

lunedì 10 giugno 2013

la volpe e la lepre | yuri norstein

Sin dalle prime animazioni realizzate insieme ad Arkadiy Tyurin e Ivan Ivanov-Vano, è gioco facile riconoscere nell'opera di Norstein lo sguardo e la tempra di un maestro assoluto. Esordisce nel 1968 con 25 ottobre, il primo giorno, resoconto della Rivoluzione d'Ottobre in forma di collage agit-prop, e già i disegni anni '20 di Petrov-Vodkin e Nathan Altman chiamati a glorificare l'anniversario, veri brandelli d'arte costruttivista, servono umilmente da ritagli animati, come frammenti di un discorso cromaticamente conflittuale e insoluto. Dopo il tchaikovskiano Stagioni, è la volta del suggestivo La battaglia di Kerzents (dall'opera musicale di Rimsky-Korsakov),  epica rivisitazione della leggenda dell'omonima città invisibile, nascostasi tra i flutti di un lago per ingannare i Tartari invasori; di nuovo, la genialità è nella fattura di quest'arabesco lavico, percorso da icone tradizionali provenienti da affreschi e miniature medioevali. Seguono le due splendide favole ispirate al folklore russo, La volpe e la lepre e L'airone e la cicogna, e i capolavori che l'hanno reso universalmente celebre, berceuses di levità chagalliana: Il riccio nella nebbia, molto amato da Miyazaki e omaggiato da Bjork/Gondry in Human Behaviour, e l'autobiografico Racconto dei racconti, eletto miglior film d'animazione di tutti i tempi alle Olimpiadi dell'Animazione di Los Angeles (1984). Da allora, lavora con instancabile perizia e immutata lucidità all'adattamento animato de Il cappotto di Gogol', atteso, ormai, da oltre trent'anni.




[filmografia completa]
25 ottobre, il primo giorno (1968)
Stagioni (1969)
La battaglia di Kerzents (1971)
La volpe e la lepre (1973)
L'airone e la cicogna (1974)
Il riccio nella nebbia (1975)
Il racconto dei racconti (1980)

bites # 38 | jasper and the haunted house (george pal)



                                      1942

domenica 9 giugno 2013

sabato 8 giugno 2013

mercoledì 5 giugno 2013

martedì 4 giugno 2013

lunedì 3 giugno 2013

domenica 2 giugno 2013

bites #30 | altair (lewis klahr)



                                         1995

saut ma ville | chantal akerman

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Saut ma ville è il corto d'esordio della belga, autrice/attrice di una performance a suo dire chapliniana, convulsa e grottesca, omaggio esagitato e naif al primo Godard. Vicino alla vena anarchica e auto-distruttiva di Pierrot le Fou, prima folgorazione cinefila della quindicenne Akerman, Saut ma ville fa a pezzi la prigione domestica con stizza comica, per ansimare, canticchiare ed esplodere insieme alla sua giovane protagonista, libera, per una volta, di sovvertire l'ordine domestico ed emanciparsi dal consolidato diktat maschilista. L'ossessione per lo spazio chiuso e totalitario della casa troverà ampio spazio nella filmografia a venire, dal recente Là-Bas al capo d'opera Jeanne Dielman (secondo Rosenbaum, un sostanziale remake dell'esordio breve), e la nuda dichiarazione d'intenti verrà ribadita, con minor vivacità politica e maggior compostezza formale, anche nei successivi La chambre e Hotel Monterey, nature morte claustrofile ed austere, affini, per l'algido geometrismo, al coevo cinema strutturale (Snow in primis), da lei scoperto nella New York dei primi anni '70 grazie all'assidua frequentazione degli Anthology Film Archives.





                                        1968

Her unique mixture of narrative, avant-garde, and documentary influences was apparent from the very first [short].No one else made films like hers.