domenica 2 giugno 2013

saut ma ville | chantal akerman

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Saut ma ville è il corto d'esordio della belga, autrice/attrice di una performance a suo dire chapliniana, convulsa e grottesca, omaggio esagitato e naif al primo Godard. Vicino alla vena anarchica e auto-distruttiva di Pierrot le Fou, prima folgorazione cinefila della quindicenne Akerman, Saut ma ville fa a pezzi la prigione domestica con stizza comica, per ansimare, canticchiare ed esplodere insieme alla sua giovane protagonista, libera, per una volta, di sovvertire l'ordine domestico ed emanciparsi dal consolidato diktat maschilista. L'ossessione per lo spazio chiuso e totalitario della casa troverà ampio spazio nella filmografia a venire, dal recente Là-Bas al capo d'opera Jeanne Dielman (secondo Rosenbaum, un sostanziale remake dell'esordio breve), e la nuda dichiarazione d'intenti verrà ribadita, con minor vivacità politica e maggior compostezza formale, anche nei successivi La chambre e Hotel Monterey, nature morte claustrofile ed austere, affini, per l'algido geometrismo, al coevo cinema strutturale (Snow in primis), da lei scoperto nella New York dei primi anni '70 grazie all'assidua frequentazione degli Anthology Film Archives.





                                        1968

Her unique mixture of narrative, avant-garde, and documentary influences was apparent from the very first [short].No one else made films like hers. 

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